Questa frase era dipinta sul muro che chiudeva l'area del paese evacuata per i crolli e lo sgretolamento della rupe tufacea su cui Sorano è arroccato.
Eravamo nel 1979, e la scritta si riferiva ad un paese vivo fino alla fine degli anni sessanta, quando, oltre ai crolli, anche la depressione economica fece trasferire la maggior parte degli abitanti in altri luoghi.
Oggi Sorano e stato parzialmente recuperato, conosciuto dal turismo, e, se non altro d'estate, ripopolato.
Questa lettura fotografica e stata realizzata fra il 1979 ed il 1982 nell'ambito delle ricerche svolte dal Corso di Urbanistica II dell'Universita di Firenze.
Ho passato tre mesi d' inverno in un paese solitario, umido e freddo, dove solo le cantine erano vagamente animate.
Fra le macerie di un mondo antico e abbandonato, ho trovato le tracce di una cultura popolare e contadina che stava scomparendo.
Questa è quindi la documentazione di un giovane fotografo, appena ventenne, che in seguito ha lavorato come fotografo di architettura e territorio, riscuotendo discreti successi e lavorando con stimolanti studi di architettura. |